Casa. Rate lunghe anche per le spese del 2023 Più tempo ai cantieri avviati in condominio: continua il pressing Ance per ottenere il rinvio
25 settembre 2023
Detrazione in dieci anni, anziché quattro, anche per i lavori di superbonus realizzati nel 2023. Nel cantiere della manovra attesa - almeno per i suoi numeri chiave - insieme ai due decreti attuativi della delega fiscale in Consiglio dei ministri domani alle 9.30 e che si aggirerà su un valore complessivo di 23 miliardi (una parte dei 5 miliardi dei contratti pubblici è nel Dl anticipi e quindi “pesa” sul 2023), spunta l’ennesimo intervento per affrontare il dossier dei crediti incagliati. Mentre resta alto il pressing del mondo dell’edilizia, a partire dall’Ance, per avere una proroga a favore dei cantieri di superbonus che non riusciranno a chiudere i lavori entro fine anno.
Sull’allungamento della detrazione nel 730 (o anche in Redditi) il modello è una norma inserita in fase di conversione nel decreto 11/2023 di febbraio scorso. Lì si dava ai contribuenti la possibilità, per le spese 2022 di superbonus, di optare per un allungamento in dieci anni dei tempi di detrazione, saltando però la dichiarazione del 2023 perché i modelli erano stati già diffusi al momento della scrittura della norma. Si tratta di un’alternativa vitale in assenza della possibilità di cedere il credito, a causa del mercato bloccato. Solo una minoranza di contribuenti, infatti, è in grado di sopportare il carico delle detrazioni da superbonus spalmate su quattro anni: circa 2,2 milioni per i lavori condominiali e appena 500mila per le unifamiliari.
Allungando i tempi si darebbe a più soggetti un’alternativa concreta da esercitare in mancanza della cessione del credito, finita a più riprese nel mirino del Governo. Lo schema potrebbe essere simile alla norma introdotta sulle spese 2022: quindi, per le spese 2023 potrebbe esserci l’opzione di spalmare i bonus in dieci rate, a partire dal 2024.
Sull’allungamento della detrazione nel 730 (o anche in Redditi) il modello è una norma inserita in fase di conversione nel decreto 11/2023 di febbraio scorso. Lì si dava ai contribuenti la possibilità, per le spese 2022 di superbonus, di optare per un allungamento in dieci anni dei tempi di detrazione, saltando però la dichiarazione del 2023 perché i modelli erano stati già diffusi al momento della scrittura della norma. Si tratta di un’alternativa vitale in assenza della possibilità di cedere il credito, a causa del mercato bloccato. Solo una minoranza di contribuenti, infatti, è in grado di sopportare il carico delle detrazioni da superbonus spalmate su quattro anni: circa 2,2 milioni per i lavori condominiali e appena 500mila per le unifamiliari.
Allungando i tempi si darebbe a più soggetti un’alternativa concreta da esercitare in mancanza della cessione del credito, finita a più riprese nel mirino del Governo. Lo schema potrebbe essere simile alla norma introdotta sulle spese 2022: quindi, per le spese 2023 potrebbe esserci l’opzione di spalmare i bonus in dieci rate, a partire dal 2024.
Questa misura sarebbe legata a filo doppio alla partita dei crediti incagliati, sulla quale c’è la volontà di andare incontro a chi ha sostenuto in buona fede le spese e ora si trova in grande difficoltà a sfruttare le agevolazioni che ha maturato. Anche perché sulla questione dei crediti fiscali pende ancora la possibile revisione dei criteri di classificazione da parte di Eurostat. Se, infatti, una parte rilevante dei crediti maturati finora andasse dispersa, si tornerebbe a considerarli «not payable», caricando gli oneri sui bilanci pubblici anno per anno, secondo l’effettiva fruizione dei bonus. Di fatto, così, si andrebbe a peggiorare il deficit dal 2024 in poi, rispetto all’assetto attuale.
Continua, intanto, il pressing per ottenere la proroga del superbonus per i cantieri dei condomini già avviati. Lo ha ricordato la presidente Ance, Federica Brancaccio, a margine dell’incontro durante il quale, venerdì sera, sono state illustrate alle parti sociali le linee di indirizzo della manovra. Le imprese hanno più volte sottolineato come la mancata proroga rischi di portare problemi alla sostenibilità dei cantieri avviati, dal momento che l’agevolazione passerebbe in molti casi, con un vero scalone, dal 110 al 70 per cento. E lo farebbe, soprattutto, a causa di ritardi non imputabili a imprese e contribuenti, a partire da quelli del mercato dei crediti.
Il nodo è, però, legato ai costi di questa misura. Sono circa 12,7 miliardi, in base ai dati Enea, i lavori condominiali in attesa di essere completati e di accedere al superbonus. Proprio per questo è probabile un braccio di ferro che andrà avanti fino all’ultimo, con obiezioni legate alla tenuta dei conti pubblici. Un compromesso potrebbe andare nella direzione di allungare la vita solo ai cantieri che hanno raggiunto uno stato di avanzamento rilevante: «La posizione - ha detto ieri il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, parlando delle prospettive del superbonus - è chiudere le partite che sono arrivate al 70-80% e chiudere quell’esperienza».
FONTE: IlSole24Ore
Continua, intanto, il pressing per ottenere la proroga del superbonus per i cantieri dei condomini già avviati. Lo ha ricordato la presidente Ance, Federica Brancaccio, a margine dell’incontro durante il quale, venerdì sera, sono state illustrate alle parti sociali le linee di indirizzo della manovra. Le imprese hanno più volte sottolineato come la mancata proroga rischi di portare problemi alla sostenibilità dei cantieri avviati, dal momento che l’agevolazione passerebbe in molti casi, con un vero scalone, dal 110 al 70 per cento. E lo farebbe, soprattutto, a causa di ritardi non imputabili a imprese e contribuenti, a partire da quelli del mercato dei crediti.
Il nodo è, però, legato ai costi di questa misura. Sono circa 12,7 miliardi, in base ai dati Enea, i lavori condominiali in attesa di essere completati e di accedere al superbonus. Proprio per questo è probabile un braccio di ferro che andrà avanti fino all’ultimo, con obiezioni legate alla tenuta dei conti pubblici. Un compromesso potrebbe andare nella direzione di allungare la vita solo ai cantieri che hanno raggiunto uno stato di avanzamento rilevante: «La posizione - ha detto ieri il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, parlando delle prospettive del superbonus - è chiudere le partite che sono arrivate al 70-80% e chiudere quell’esperienza».
FONTE: IlSole24Ore
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